Domenica 22 novembre si è conclusa la quinta edizione del Photo Vogue Festival, che dal 2016, attraverso mostre, talk e progetti speciali, si impegna ad approfondire e a mantenere vivo il dibattito su tematiche che riguardano il terreno comune fra Etica ed Estetica. La manifestazione, tenutasi dal 19 al 22 novembre sulla piattaforma digitale photovoguefestival.vogue.it, creata appositamente per l’occasione, ha registrato oltre 35.000 visualizzazioni, con utenti provenienti da 80 paesi.Questa edizione, in continuità con la vocazione del festival, ha perseguito l’esplorazione del concetto di inclusività in ogni sua espressione, grazie alle mostre fotografiche e ai talk con esperti da tutto il mondo. La piattaforma presenta, in modo visionario, le esposizioni principali del PVF 2020 in versione completa: All in this together e In the picture – Shifting perspectives in fashion photography. Fino al 30 novembre 2020 una selezione di fotografie delle due mostre è anche esposta all’aperto, sui cancelli del perimetro dei Giardini di Porta Venezia, per interfacciarsi e interagire con la città di Milano. All in this together, a cura di Alessia Glaviano e Francesca Marani, mostra i progetti di 30 fotografi raccolti attorno al tema comune della speranza, della solidarietà, dell’ empatia e di quel senso di comunità che abbiamo riscoperto durante l’epidemia di Covid -19. I fotografi sono stati selezionati tramite lo scouting su Photo Vogue, la piattaforma fotografica di Vogue.it, da una giuria internazionale di esperti con background, visione e provenienza diverse, in modo da garantire una prospettiva il più inclusiva possibile.In the picture – Shifting perspectives in fashion photography, è la mostra dedicata a quattro fotografe di moda socialmente consapevoli, Alexandra von Fuerst, Camila Falquez, Nadine Ijewere e Ruth Ossai, che sono anche curatrici dell’esposizione.Le fotografe fanno parte di una nuova generazione di artiste la cui estetica è intrinsecamente un’ibridazione di generi: nei loro scatti la moda dialoga costantemente con giornalismo e visual art, e con una introiettata necessità di equilibrare i piani della rappresentazione. Il lavoro di Camila, Nadine, Ruth e Alexandra parla di gender, femminismo e squilibri razziali senza mai essere didascalico o banale – al contrario riesce a essere potente, intenso, pervaso di una originale, splendente eleganza. Dal 19 al 22 novembre la piattaforma è stata animata da conversazioni…
—
Source: vogue.it