Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany indossa gli occhiali da sole Manhattan di Oliver Goldsmith, diventati un pezzo cult La diva di Hollywood indossa un foulard legato sotto il mento, si toglie i guanti sfilando singolarmente ogni dito o protegge il cappello da improvvise raffiche di vento. Il suo fascino è costruito sulla base di gesti charmant, esaltati da un guardaroba di mirabilia che ne è strumento di seduzione. Liberi dal giogo della moda, le iridi viola di Elizabeth Taylor, gli occhi di Bette Davis che Kim Carnes celebra in una canzone del 1981 e lo sguardo di Lauren Bacall che ispira l’ammaliante Jessica Rabbit di Gary Wolf, restano invece intoccati dai costumisti che ne riconoscono la valenza di accessorio e gioiello – la diva di Hollywood non indossa gli occhiali da sole. Attributo primario della recitazione, l’occhio e la sua capacità espressiva non può essere nascosto dietro una lente scura. Non si può privare l’attrice di uno dei suoi principali strumenti, né tantomeno un regista si piega ai dettami delle tendenze o alla soddisfazione di un capriccio modaiolo, mettendo a rischio il suo lavoro. Fino a quando non arriva Audrey Hepburn, o meglio la Audrey/Holly di Colazione da Tiffany.I limiti imposti dalla necessità di inquadrare gli occhi solleticano la voglia di eccesso e sperimentazione di Edith Head, costumista otto volte premio Oscar cui vanno il merito e l’onore di aver creato lo stile di Hollywood attraverso gli abiti di Gloria Swanson in Viale del Tramonto (1950) di Grace Kelly ne La finestra sul cortile (1954) e di Sophia Loren nel western Il Diavolo in calzoncini rosa (1959). Per Audrey Hepburn e la sua Holly Golightly in Colazione da Tiffany di Blake Edwards, la Head pensa all’ideale della newyorchese concepito da Truman Capote: frivolezza, finta spensieratezza e delusioni affogate nello champagne, una sigaretta perennemente accesa e un’eleganza che non ha bisogno di regole per essere perfetta. Se gli abiti sono creati da Givenchy e i gioielli, ça va sans dire, sono di Tiffany & Co., l’elemento di contrasto dal tocco urbano e moderno è dato da paio di Manhattan by Oliver Goldsmith, accessorio epitome della personalità enigmatica della protagonista, che regola il suo umore indossandoli di sera, masticandone le aste in acetato, portandoli sulla fronte o sotto il naso senza vergogna di mostrare un volto stupito o curioso. © Instagram @olivergoldsmithsunglasses© Instagram @olivergoldsmithsunglassesCon un design…
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Source: vogue.it
La storia segreta degli occhiali da sole di Colazione da Tiffany
